V’è una Coppa, che la Mente grida perfetta
E cento baci d’amore le dà sulla fronte.
E questo Vasaio del Tempo, tal coppa gentile
La forma e poi, crudele, a terra di nuovo la spezza
– Omar Khayyam –
Siete una famiglia nelle nuvole, gente fredda, arida, disumana…
Liberamente ispirato all’opera di Jean Cocteau “I Parenti Terribili” scritta nel 1938, UMANIdisUMANI racconta di due mondi. Da una parte la realtà-carcere dove i personaggi vengono scaraventati e costretti e, dall’altra, la realtà-rappresentazione, dove i personaggi-prigionieri vivono del loro ruolo e del complesso intreccio di trama che li lega.
Distanti e al medesimo tempo estremamente vicini, questi due universi dialogano e si scontrano sul terreno della tragedia e della commedia, della violenza e della pace, della menzogna e della verità, dell’amore e della follia, del disordine e dell’ordine, servendosi di linguaggi e lingue differenti e di una storia, anzi della Storia, quella di una famiglia.
In un continuo alternarsi tra primo piano e sfondo, il Carrozzone di Yvonne, Léo, Georges e Michel viene colpito, smembrato, dilaniato e infine rattoppato e ricomposto secondo un ritrovato equilibrio che tuttavia rimane precario: l’ordine prestabilito è stato inevitabilmente mutato.
È la fine, non vi è più carcere né rappresentazione, il Carrozzone è sparito, resta solo lo spazio dell’umano.